ALCANTARA – CODICE DI AVVIAMENTO FANTASTICO – dal 28 marzo al 30 aprile 2017

Codice di avviamento fantastico. Alcantara e 6 artisti in viaggio nell’Appartamento del Principe è una mostra promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Alcantara, appositamente concepita per le stanze dell’Appartamento del Principe, aperta al pubblico, con ingresso gratuito,  da martedì 28 marzo a domenica 30 aprile 2017.

Terzo progetto espositivo di Alcantara a Palazzo Reale, Codice di avviamento fantastico è la seconda mostra di un ciclo a cura di Davide Quadrio e Massimo Torrigiani, volto a interpretare in chiave contemporanea uno spazio dalle importanti connotazioni storiche. L’azienda, che produce e commercializza Alcantara® nel mondo, con questo nuovo progetto prosegue l’esplorazione delle potenzialità espressive offerte dal proprio materiale attraverso il lavoro di alcune tra le più raffinate sensibilità artistiche del nostro tempo: artisti provenienti da diversi mondi creativi, invitati a misurarsi con la specificità di un medium unico, nel contesto eccezionale dell’Appartamento del Principe.

“Durante Art Week, settimana in cui Milano diviene il cuore pulsante della creatività contemporanea, Palazzo Reale propone al pubblico una mostra realizzata in collaborazione con Alcantara, nella quale la libertà d’espressione degli artisti prende forma nelle sale dell’Appartamento del Principe, dialogando con le straordinarie suggestioni di uno spazio storico”, dichiara l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno.

I sei artisti internazionali chiamati a prendere parte a questa ricognizione sono: Aki Kondo, Michael Lin, Soundwalk Collective, Georgina Starr, Nanda Vigo e Lorenzo Vitturi. Ciascuno di loro si è confrontato con le suggestioni provenienti dal luogo che, come un fantastico dispositivo creativo, ha dato avvio alla composizione di opere inedite, tutte realizzate con il materiale Alcantara®. Ne è risultato un percorso corale, poliedrico e unitario, costruito come una successione di “camere delle meraviglie” che ha permesso di far rivivere l’Appartamento quale infinito serbatoio di ispirazioni.

Un organismo in grado di raccontare storie passate o mai esistite; e non soltanto mera cornice dell’esposizione.

CRASH Nanda Vigo credits Henrik Blomqvist
CRASH Nanda Vigo
credits Henrik Blomqvist

Il titolo Codice di avviamento fantastico fa riferimento all’omonimo meccanismo descritto da Gianni Rodari (1920 – 1980) nel volumetto Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie (Einaudi Ragazzi, 1973). L’autore spiega come attivare una filiera virtuosa tra pensieri, associazioni di immagini e vedute meravigliose per costruire testi letterari. Allo stesso modo, il percorso espositivo si struttura come una cosmologia di mondi sorprendenti sorti dal rapporto diretto con gli spazi e dislocati lungo le dieci stanze che compongono l’Appartamento del Principe. Ognuna è stazione di approdo per il viaggio immaginifico compiuto da ciascun artista, ma anche punto di partenza per la fantasia di ogni singolo visitatore che avrà l’occasione di percorrere questi spazi, normalmente chiusi al pubblico, per entrare in mondi paralleli, gettando l’occhio oltre la soglia e superando il limite tra reale e immaginazione.

Il visitatore è preso per mano e condotto lungo un percorso adatto a tutti: grandi, piccini, esperti d’arte e semplici curiosi. Si va dall’astronave di Nanda Vigo che ha sfondato le pareti di Palazzo Reale, passando per il giardino di Aki Kondo, il percorso sonoro nel mondo Alcantara dei Soundwalk Collective, sino all’inedito incontro tra Milano e Taiwan messo in scena da Michael Lin, per poi riprendere il viaggio lungo la foresta psichedelica di Lorenzo Vitturi e ritornare nel passato con la macchina del tempo di Georgina Starr.

“Prosegue la nostra collaborazione con Palazzo Reale e ne siamo estremamente compiaciuti. – così si è espresso Andrea Boragno, Presidente e Amministratore Delegato di Alcantara – Il connubio perfetto tra spazi suggestivi, come quelli offerti dall’Appartamento del Principe, e la grande versatilità di Alcantara® ha permesso di dare vita a una formula vincente. La volontà costante di misurarsi con nuove sfide espressive, sperimentando le diverse modalità narrative del contemporaneo ha dato vita a idee creative inedite che sottolineano come l’identità dell’azienda si manifesti anche attraverso l’impegno nei confronti della vita culturale del nostro paese.”

“Gli edifici sono vivi. Hanno carattere e memoria. Raccontano storie di chi li ha costruiti, abitati, amati e odiati. Contengono sogni e desideri. Sono soglie per l’immaginazione di mondi, passati o mai esistiti. Alcantara inventa e pensa a cose nuove per estrarre lo straordinario dal quotidiano, da quello che meglio conosciamo.” commentano i curatori della mostra Massimo Torrigiani e
Davide Quadrio.

La mostra è inserita nel calendario di Art Week, che si terrà da lunedì 27 marzo a domenica 2 aprile 2017 in occasione di Miart 2017 e vedrà Milano fulcro dell’arte contemporanea con inaugurazioni, aperture straordinarie, visite guidate, contenuti speciali ed eventi, realizzati in collaborazione con tutte le istituzioni pubbliche e private che aderiscono all’iniziativa.

IL PERCORSO ESPOSITIVO
L’ouverture della mostra è affidata all’artista italiana Nanda Vigo (Milano, 1936) con CRASH (in the Royal Palace), un intervento realizzato esplorando la grande varietà di lavorazioni e tonalità Alcantara_codice di avviamento fantastico_015di Alcantara®, che destabilizza il visitatore ancor prima dell’ingresso nel cuore vero e proprio della mostra. La prima sala è il “via”, come accade nei giochi da tavola: un’astronave è precipitata a Palazzo Reale incastonandosi tra le pareti della stanza, lo sfondamento ha aperto un varco verso un nuovo mondo fatto dei colori sfavillanti di un giardino alieno, dove zampilla una fontana di luce.

Il tema naturale trionfa in Tempo limite, l’eden misterioso realizzato dall’artista giapponese Aki Kondo (Hokkaido, 1987) per la stanza successiva, dove opere di grandi dimensioni accolgono composizioni di disegni e dipinti dai colori accesi, stampati su Alcantara® e ritoccati a mano in fase di allestimento.

Risonanza, l’installazione sonora e luminosa del collettivo di artisti e musicisti Soundwalk Collective (New York – Berlino, 2009) documenta il movimento dei macchinari industriali impiegati nella produzione di Alcantara®. Il collettivo ha effettuato una serie di registrazioni presso lo stabilimento di Alcantara a Nera Montoro (Terni), raccogliendo i suoni dei macchinari e i rumori ambientali che animano i suoi luoghi di lavoro. La composizione è un’astrazione musicale derivante dall’acustica della fabbrica e dalle trame ritmiche e ridondanti di dodici marchingegni meccanici e idraulici in attività. L’arrangiamento del brano guida l’atmosfera in un alternarsi circolare di sonorità industriali, post-industriali e naturali, avviando un dialogo contemporaneo tra ciò che è umano e ciò che è artificiale. Un percorso immersivo, guidato da onde sonore e fonti luminose, conduce il visitatore all’interno dell’area di ascolto e poi al di fuori di essa, rendendo così anche la sua presenza una parte integrante della catena produttiva.

Con l’opera Milano (daybed), Michael Lin (Tokyo, 1964) introduce un oggetto che è insieme letto, palco e piedistallo. Attraverso questo strumento funzionale, Lin confonde il limite tra arte e design. Coinvolgendo i visitatori in un’interazione fisica, l’opera diventa letto per un esibizionista, palco per una performance, un piedistallo per la vita di tutti i giorni. Non si tratta solo di un’opera da osservare, ma di uno strumento in grado di suggerire diversi punti di vista. Lin utilizza così l’Alcantara® per orchestrare un incontro tra ornamenti vernacolari di Taiwan ed elementi decorativi ispirati al gruppo Memphis.

Lorenzo Vitturi (Venezia, 1980), artista italiano basato a Londra, ha lavorato sull’alterazione delle proporzioni realizzando diversi passaggi dal mondo microscopico alla dimensione macroscopica. A partire dalle riprese delle varie fasi di produzione che danno vita all’Alcantara®, l’artista ha realizzato ingrandimenti di porzioni di immagini trasformandole in oggetti tridimensionali, poi assemblati in sculture multiformi e dalle colorazioni cangianti, che insieme costituiscono una giungla psichedelica, dal titolo Il giardino dentro il filo.

Infine, con l’opera Momento Memoria Monumento, Georgina Starr (Leeds, 1968) riporta il visitatore nell’atmosfera fantascientifica che l’ha accolto al suo ingresso in mostra, catapultandolo nel cuore della scenografia del film del 1968 Je t’aime, Je t’aime di Alain Resnais. Protagonista dell’allestimento è La Sfera, una “macchina del tempo” interattiva rivestita in Alcantara®. Il visitatore, oltrepassando arredi e marchingegni di un laboratorio scientifico, può prendere posto al suo interno e lasciarsi trasportare da una narrazione audio che gli permetterà di fare ritorno al suo passato.

In occasione dell’opening e nel corso delle settimane di apertura della mostra sono previsti interventi di performer che interpreteranno la parte di assistenti del laboratorio, vestiti con abiti di Alcantara®, pronti a guidare il pubblico lungo questo viaggio nel tempo. Ancora una volta, Alcantara®, materiale versatile utilizzato dall’industria automobilistica sino alla moda, dimostra le infinite possibilità che è in grado di offrire ai diversi linguaggi che costituiscono l’arte contemporanea. Gli artisti coinvolti hanno potuto dare forma alla propria fantasia, lasciandosi ispirare liberamente dall’Appartamento del Principe e dalla specificità del medium utilizzato.

Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12 – 20122, Milano
www.palazzorealemilano.it
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BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI
Aki Kondo
Nata a Hokkaido nel 1987, vive a Kanagawa. Personali: Daiwa Foundation, Londra, 2016; ShugoArts Gallery, Tokyo, 2016, 2015, 2014; Takahashi Collection, Tokyo, 2014; Nagoya City
Art Museum, 2013; Mie Prefectural Art Museum, 2013; JIKKA, Tokyo, 2012; ShugoArts Gallery, Tokyo, 2012; Enoma, Sendai, 2010. Mostre collettive recenti: Kasugai Civic Cultural Foundation, Nagoya, 2016; Tokyo Opera City Art Gallery, Tokyo, 2015; Kirishima Open-Air Museum, Kagoshima, 2013; Sapporo Art Park, Hokkaido, 2013; Kawaguchiko Museum of Art, Yamanashi, 2013; The Ueno Royal Museum, Tokyo, 2013; Ginza Mitsukoshi, Tokyo, 2013; Asian Art Museum,
San Francisco, 2012.

Michael Lin
Nato a Tokyo nel 1964, vive e lavora a Taipei. Discostandosi da un’idea di pittura come oggetto contemplativo, le sue installazioni pittoriche, di dimensioni monumentali, trasformano e ridisegnano spazi pubblici mediante l’uso di geometrie e disegni di diverse tradizioni decorative. Trasformando l’architettura museale, le sue opere invitano a riconsiderare la percezione di questi spazi, evidenziandone il ruolo come luoghi di interazione, incontro e ricreazione. I suoi lavori sono stati esposti in istituzioni internazionali quali La Biennale di Venezia; MoMA PS1 (New York); Palais de Tokyo (Parigi); The Vancouver Art Gallery; The Museum of Contemporary Art (Tokyo); Rockbund Art Museum (Shanghai); e recentemente presso il Museum of Contemporary Art and Design di Manila (Filippine).

Soundwalk Collective
Collettivo di musicisti-artisti con studi a New York e Berlino, i suoi membri Stephan Crasneanski, Simone Merli e Kamran Sadeghi si sono uniti nel 2009 per produrre concept album, installazioni sonore e performance dal vivo, spesso in collaborazione con artisti, musicisti e scrittori tra i quali, di recente, Jean-Luc Godard, Nan Goldin e Patti Smith. L’approccio alla composizione di Soundwalk Collective combina antropologia, etnografia, narrative non lineari, psicogeografia, l’osservazione della natura ed esplorazioni in registrazione e sintesi. Le loro composizioni provengono sempre da luoghi specifici e richiedono lunghi periodi di viaggio e lavoro sul campo. Negli anni si sono esibiti, tra gli altri, presso: Opéra de Lyon; CTM Festival (Berlino); KW Institute of Contemporary Art (Berlino); Novas Frequencias Festival (Rio De Janeiro); Strichka Festival (Kiev); Arma 17 (Mosca); Barbican Centre (Londra); Berghain (Berlino); Centre Georges Pompidou (Parigi); Florence Gould Hall (New York); Mobile Art di Zaha Hadid (Hong Kong, Tokyo, New York); MUDAM (Lussemburgo); MuCEM (Marsiglia); Museo Madre (Napoli); National Museum of Singapore; New Museum (New York); TAP (Poitiers) e Villa de Noailles – Centre d’Art et de Culture Contemporain (Hyères). Hanno esibito in mostre personali presso il Rubin Museum of Art a New York, District Six Museum a Cape Town, “Capo d’Arte” a Gagliano del Capo (Lecce) e a Times Square, dove nel 2016 hanno esposto Jungle-ized, una grande installazione audiovisiva interattiva. Killer Road, il loro omaggio alla cantante e musicista Nico, realizzato in collaborazione con Patti Smith e appena pubblicato, è stato portato ad Abu Dhabi, Berlino, Londra e New York.

Georgina Starr
Nata nel 1968 a Leeds (Inghilterra), si è formata presso la Slade School of Art di Londra e la Rijksakademie van Beelende Kunst di Amsterdam. Vive e lavora a Londra, dove ha avviato la sua carriera nei primi anni Novanta unendosi al gruppo degli Young British Artists. Da allora, le sue opere – video, suoni, installazioni e performance – sono state esposte regolarmente in tutto il mondo, incluse le recenti personali presso la galleria Pinksummer (Roma, 2016) e il Middlesbrough Institute of Modern Art (Inghilterra, 2015), e le collettive presso Cooper Gallery (Dundee), Vernon Street Gallery (Leeds), Pivô (São Paulo), Chateau Shatto (Los Angeles) nel 2016; Kemper Art Museum (St. Louis, Stati Uniti), Museum of Liverpool, De La Warr Pavilion (Bexhill-on-Sea, Inghilterra), MUMA (Melbourne) e The Drawing Room (Londra) nel 2015. Nel mese di Maggio 2017 il FRAC Franche-Comté presenterà un’importante retrospettiva dedicata ai 25 anni di carriera dell’artista, dal titolo Hello. Come here. I want you.

Nanda Vigo
Nata a Milano nel 1936, vive e lavora tra Milano e l’Africa orientale. Dopo la laurea all’Institut Polytechnique di Losanna e un importante tirocinio a San Francisco, nel 1959 apre il suo studio a Milano. Da quel momento, il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana prima, poi si avvicina agli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, Piero Manzoni ed Enrico Castellani. In quel periodo, tra i diversi viaggi per le mostre in tutta Europa, conosce gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Francia, Germania e Olanda. Nel 1959 inizia la progettazione della ZERO House a Milano, terminata nel 1962. Tra il 1964 e il 1966 partecipa a molte mostre ZERO in Europa. Nel 1965 cura la leggendaria mostra ZERO Avantgarde nello studio di Fontana a Milano. Tra il 1965 e il 1968 ha collaborato e creato con Gio Ponti la Casa sotto la foglia, a Malo (VI). Nel 1971 è premiata con il New York Award for Industrial Design per lo sviluppo delle sue lampade (Lampada Golden Gate) e nello stesso anno realizza uno dei suoi progetti più spettacolari per la Casa-Museo Remo Brindisi a Lido di Spina (FE). Nel 1976 ha vinto il 1º Premio St. Gobain per il design del vetro. Nel 1982 ha partecipato alla 40. Biennale di Venezia. Nel 1997 ha curato l’allestimento della mostra Piero Manzoni – Milano et Mitologia a Palazzo Reale a Milano. I suo lavori sono presenti nella collezione permanente del Museo del Design della Triennale. La sua attività è caratterizzata da un costante rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente, ed è impegnata in progetti nelle sue vesti di architetto, designer e artista. Dal 2013 alcune sue opere sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2014-15 espone al Guggenheim Museum di New York, al Martin-Gropius-Bau di Berlino e allo Stedelijk Museum di Amsterdam nelle retrospettive dedicate a ZERO. Tra il 2015 e l’inizio del 2016 realizza diverse personali: Affinità elette al Centro San Fedele di Milano e in seguito alla Fondazione Lercaro di Bologna, Zero in the Mirror alla galleria Volker Diehl di Berlino e al MAC di Lissone, oltre a quella alla galleria Sperone Westwater di New York. Ha partecipato alla XXI Triennale (21st Century. Design After Design) e nel 2016 ha presentato la sua prima opera monumentale, Exoteric Gate, esposta nel cortile Ca’ Granda dell’Università degli Studi di Milano.

Lorenzo Vitturi
Nato a Venezia nel 1980, è un fotografo e uno scultore italiano che vive a Londra. Precedentemente pittore di scenografie cinematografiche, Vitturi ha trasposto questa esperienza all’interno della propria pratica fotografica, basata su interventi site-specific al confine tra fotografia, scultura e performance. Nel lavoro di Vitturi la fotografia è concepita come uno spazio di trasformazione, dove le differenti discipline si incontrano nella rappresentazione di una realtà urbana sempre più complessa. Vitturi ha recentemente esposto presso The Photographers’ Gallery a Londra, la galleria Yossi Milo di New York, la Contact Gallery di Toronto e il CNA in Lussemburgo. L’artista ha anche partecipato a diverse mostre collettive presso il MAXXI di Roma, il Centre Georges Pompidou di Parigi, La Triennale di Milano, il Museo d’Arte di Shanghai. Dopo la collettiva Picture Perfect (Viasaterna, Milano), nel 2016 si è tenuta la sua prima mostra personale in Italia, Droste Effect Debris and Other Problems, a cura di Fantom.

BIOGRAFIE DEI CURATORI
Tra il 1998 e il 2010, Davide Quadrio ha fondato e diretto il BizArt Center, primo laboratorio artistico-creativo non-profit di Shanghai, dove vive dal 1991. Nel 2007 ha creato Arthub Asia, piattaforma dedicata alla produzione, cura e promozione dell’arte asiatica e in Asia. Nell’ambito di queste esperienze ha realizzato mostre, progetti didattici e di scambio culturale, incentivando le relazioni tra istituzioni di tutto il mondo. È stato direttore artistico dello spazio espositivo Bund18 dal 2005-08, e ha curato l’edizione cinese della mostra dedicata dal Victoria & Albert Museum alla stilista Vivienne Westwood e di quella itinerante di Droog Design (a Shanghai, Shenzen e Pechino). Per la Biennale di Shanghai, ha curato la personale di Olivo Barbieri nel 2006 e coordinato il progetto City Pavilions nel 2012. Tra le sue iniziative più recenti, la cura della mostra Around Ai Weiwei a Camera – Centro italiano per la Fotografia, Torino; la doppia personale di Zhang Enli e Christopher Doyle al Museo Aurora di Shanghai (curata con Shaway Yeh); la personale dell’artista Qiu Zhijie alla Fondazione Querini Stampalia per la Biennale di Venezia 2013; la personale di Yang Fudong per il Toronto Film Festival 2013 (curata con Noah Cowan); la mostra di Jompet alla Fondazione Gervatusi di Venezia per la Biennale 2011. Negli anni, ha commissionato e prodotto lavori con, tra gli altri, Surasi Kusolwong, Michael Lin, Liu Jianhua, Christian Marclay, Paola Pivi, Qiu Zhijie, Francesco Vezzoli, Adrian Wong e Shane Aspegren, Wu Tsang, Yin Xiuzhen, e Zhang Peili. È membro onorario dell’International Cultural Association di Shanghai, agenzia governativa dedicata agli scambi culturali, docente all’Institute of Visual Arts di Shanghai, ed è stato curatore dell’Aurora Museum di Shanghai dal 2013-16.

Massimo Torrigiani è direttore artistico del nascente centro per l’arte contemporanea del Comune di Bari e fa parte del comitato curatoriale del Teatro dell’Arte della Triennale di Milano. Dal 2013 al 2016 ha presieduto il comitato scientifico del PAC, spazio espositivo di arte contemporanea del Comune di Milano, e dal 2014 è direttore creativo di Art In The City Shanghai, un festival dedicato alla nuova scena creativa in Cina. È inoltre direttore artistico di Capo d’Arte, ciclo di mostre a Gagliano del Capo (Lecce), per cui ha prodotto personali di Yang Fudong, Soundwalk Collective e Shilpa Gupta. Dal 2009 co-dirige le attività di Fantom, un progetto curatoriale ed editoriale dedicato a fotografia e suono. Dal 2010-12 ha diretto la fiera d’arte contemporanea di Shanghai. Vive a Milano, dove ha sede Boiler Corporation, l’agenzia creativa che ha co-fondato nel 2001 per pubblicare la rivista internazionale d’arte Boiler.

Dal 2010 Quadrio e Torrigiani collaborano a mostre, progetti e pubblicazioni. Tra questi, con Alcantara, la mostra Ho visto un re / The King and I (con edizioni a Milano e Shanghai); la fiera
d’arte contemporanea di Shanghai; la retrospettiva di Yang Fudong per Capo d’Arte 2014;
il festival Art In The City Shanghai (2014-16); le attività del Comitato Scientifico del PAC dal 2013
al 2016.

Il coordinamento curatoriale della mostra, della produzione delle opere e del loro allestimento è di Selva Barni con Ilaria Speri, di Fantom.

L’APPARTAMENTO DEL PRINCIPE
L’Appartamento del Principe, un ambiente di dieci sale nell’ala sud-ovest di Palazzo Reale, costituisce un prezioso esempio di abitazione regale di inizio Ottocento, giunto a noi pressoché intatto. Previsto dalla riorganizzazione napoleonica dell’edificio nel 1805, viene adibito ad “Appartamento di Riserva per Principi” nel 1830, destinato a principi e arci-duchini nati dal matrimonio di Ranieri con Elisabetta di Savoia-Carignano. I lavori di rimonta, che ne prevedono la sofisticata decorazione delle sale, perlopiù in stile Restaurazione, diretti dall’architetto Giacomo Tazzini, si concludono nel 1838, poco dopo l’arrivo dell’Imperatore Ferdinando I, giunto a Milano per cingere la corona di Re del Lombardo Veneto.

PALAZZO REALE
L’Appartamento si raggiunge dall’Atrio delle Quattro Colonne e dall’attuale Prima Sala degli Arazzi di Palazzo Reale. Sede del governo della città dal tardo Medioevo, il Palazzo si rafforza come centro politico sotto le dinastie Torriani, Visconti e Sforza. Sede di una sontuosa vita di corte, nel XVIII secolo passa sotto l’Impero Austriaco. Soggetto a una restaurazione Neoclassica sotto la direzione di Giuseppe Piermarini, viene arricchito dal monumentale scalone di ingresso, dalla nuova facciata verso Piazza Duomo e dall’attuale Piazzetta Reale. Già residenza di re e regine, nel 1919 viene ceduto allo Stato e parzialmente aperto al pubblico, già arricchito dell’intervento di grandi decoratori, scultori, pittori e falegnami. Sotto i bombardamenti del 1943, il Palazzo perde gran parte dei suoi tesori. Per più di vent’anni si susseguono opere di ricostruzione e restauro, a cura del Comune di Milano e della Sovrintendenza per i Beni Archeologici, fino alla sua definitiva riapertura come centro espositivo.

 

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