ASSOCALZATURIFICI – SAGRIPANTI: “IL 4 DICEMBRE AL CONSIGLIO EUROPEO ULTIMO DECISIVO APPUNTAMENTO PER IL MADE IN DURANTE LA PRESIDENZA EUROPEA DELL’ITALIA”

“Giovedì 4 dicembre sarà una data decisiva per il Made in e non possiamo accettare che il Consiglio Europeo possa vanificare tutti gli anni di intenso lavoro per ottenere una norma che dovrebbe essere scontata in un mercato civile. Si tratta, tra l’altro, dell’ultimo decisivo appuntamento durante la presidenza europea dell’Italia e chiediamo con forza che le energie di tutti gli attori istituzionali convergano affinché il Consiglio Competitività della UE, chiamato ad esprimersi sulla normativa, non chiuda definitivamente le porte al Made in. La manifattura non può più aspettare: da anni combattiamo con Confindustria per questo provvedimento, che il Parlamento Europeo lo scorso aprile ha già votato a larghissima maggioranza. Non possiamo più sopportare di essere ostaggio di una lobby: questo gruppo di oppositori non rappresenta né le tante piccole e medie imprese europee né i suoi cittadini e consumatori, ma solo gli interessi dei grandi player della distribuzione e del commercio che vogliono impedire all’Europa di avere un regolamento chiaro sulla questione, relegandola ad ultima area nel mondo nella quale il consumatore non ha ancora il diritto di sapere l’origine dei prodotti importati”.

Con queste parole il presidente di Assocalzaturifici Cleto Sagripanti lancia un ultimo appello al Governo Italiano in vista del Consiglio Competitività della UE che il 4 dicembre si pronuncerà in merito al Regolamento Europeo sulla sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori e la vigilanza del mercato, contenente l’articolo 7 relativo al Made in.

Un primo importante risultato per l’introduzione di questa norma risale al 17 ottobre 2013: Assocalzaturifici in sinergia con Confindustria e CEC, Confederazione Europea della Calzatura, aveva accolto con grande soddisfazione il voto della Commissione IMCO (Mercato Interno e Tutela dei Consumatori) dell’Europarlamento, incaricata di elaborare la proposta legislativa, a favore della norma e per il mantenimento dell’art. 7 sull’etichettatura di origine. Questa votazione era stata preceduta da quelle, anch’esse favorevoli ma con valore consultivo, di altre 3 Commissioni.

Nei primi mesi del 2014 le lobby contrarie al provvedimento hanno cercato di recuperare i voti degli Europarlamentari dei Paesi del Nord Europa. Come già in precedenza, Assocalzaturifici insieme a Confindustria ha portato avanti un intenso lavoro di pressione, che ha portato allo straordinario risultato del voto del Parlamento Europeo dello scorso 15 aprile in seduta plenaria, con 485 favorevoli e 130 contrari.

Immediatamente è iniziata la fase negoziale tra Commissione e Consiglio dei Ministri della UE, dove è maggioritaria la compagine dei Paesi Membri contrari, guidati dalla Germania. Dall’inizio della Presidenza Italiana della UE lo scorso 1 luglio non ci sono state novità rilevanti all’interno degli equilibri politici del Consiglio dei Ministri e la compagine dei Paesi Membri favorevoli al Made in è tuttora in minoranza: 18 i Paesi contrari allineati con la Germania, 8 i Paesi favorevoli allineati con l’Italia.

“Ci attendevamo molto dal semestre di presidenza europea dell’Italia – conclude il presidente Sagripanti. Il dossier sul Made in è stato più volte bloccato a causa dell’ostruzionismo di alcuni paesi e le nostre Istituzioni non sono state in grado di superarlo con determinazione. Ci appelliamo al Governo perché in questo ultimo decisivo rush finale sia capace di far sentire tutto il suo peso a sostegno del provvedimento. Il recente voto del Parlamento Europeo sul Made in aveva del resto già testimoniato come in Italia e in Europa si senta fortemente la necessità di incentivare un percorso di reindustrializzazione e di accompagnare il ritorno alla manifattura per raggiungere l’obiettivo del 20% del PIL per il 2020 fissato da Bruxelles. È ora di legiferare con coerenza rispetto a tali obiettivi”.

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